«Il turismo congressuale è ancora poco sviluppato, rispetto alle potenzialità che ha, visto che chi viaggia per questo tipo di turismo spende dalle due alle quattro volte di più rispetto a chi lo fa per vacanza. L'importante è far conoscere l'offerta del Veneto ai soggetti interessati».
Marino Finozzi, assessore veneto al turismo, ha parlato ieri in Fiera alla convention regionale di Federcongressi, della legge regionale sul turismo e della collaborazione con l'associazione al fine di lanciare un settore che può portare introiti significativi. I numeri portati dal presidente della Fiera Roberto Ditri, fresco di entrata in Federcongressi, dicono infatti che «su 170 miliardi di Pil prodotti dal turismo, 23 sono rappresentati da quello congressuale, con ! un totale di 288mila addetti. La Fiera è molto interessata a questoimportante business».
«In Regione - afferma Finozzi - stiamo lavorando ad una nuova legge per rendere il turismo più imprenditoriale. In Veneto ci sono 304 strutture per congressi (52 a Vicenza), sparse in tutto il territorio e dobbiamo capire come essere più interessanti».
Una legge regionale, comunque, ha già stanziato 540mila euro per le Province, di cui 53mila sono arrivati a Vicenza, dove pochi giorni fa è stato istituito il “Convention Bureu” nell'ambito di Vicenzaè, che ha già messo in rete un sito apposito (www.vicenzacb.com) nel quale sono presenti tutte le strutture ricettive che offrono i servizi adatti ad un turismo congressuale e le opportunità offerte dal territorio. Lo stesso servizio, ma per tutto il Veneto, sarà offerto in una sezione apposita sul sito www.veneto.to.
A Vicenza l'operazione di promozione è aff! idata al Convention Bureau di Vicenzaè. «Abbiamo già concordato con Federcongressi seminari formativi - spiega Vladimiro Riva - per far capire l'importanza di quest'opportunità soprattutto oggi che il turismo d'affari latita. Si può pensare a pacchetti in montagna, come Asiago, Tonezza e Recoaro anche fuori stagione, visto che le attrattive non mancano. In questo dobbiamo puntare soprattutto sugli italiani rivolgendoci a Ulss e Università».
Fonte Il Giornale di Vicenza 28 gennaio 2011